Tra la prima metà del XIX e a tutto il XX secolo sono state scritte tonnellate di pagine sulle dinamiche sociali, il modo in cui noi ci vediamo, il modo in cui vogliamo mostrarci, il modo in cui condividiamo le nostre esperienze. La condivisione delle proprie esperienze è uno dei modi più elementari per rendere reale ciò che si è vissuto. Poi è arrivato il web, e pare che le cose siano radicalmente cambiate. Apparenza. E’ solo una questione di mezzo, di tecnica, di strumenti con i quali lo scopo non cambia. A dirla tutta, il fatto che questi mezzi stiano cambiando il nostro comportamento, è una vecchia questione iniziata molto prima, con chi rifletteva sulla tecnica già nel 1929. Perciò diffidate dalle letture superficialmente critiche sulla superficialità di facebook e simili. Sono mezzi. Se proprio si vuol capire cosa stia accadendo, Max Weber e la scienza psicoanalitica del ‘900 vanno più che bene. Anzi, credo che facebook, più di ogni altro, ironizzi sul nostro esibizionismo che, negli ultimi 10 secoli, non è cambiato di una virgola. E questa non è una critica.
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Keeping an eye on the world going by my window. Taking my time
I could feel at the time there was no way of knowing. Fallen leaves in the night, who can say where they’re blowing. As free as the wind and hopefully learning. Why the sea on the tide has no way of turning
Sovrappiù
L’arte commuove negli interstizi, nei particolari. In quel riff, quel sorriso, in quell’altezza di quella nota al momento e nell’intervallo giusto, nei colori della fotografia di scena. I’m Only Sleeping dei Beatles per esempio non commuove nella sua totalità ma in quel “sleeeeeeeeeeeping” del ritornello, nell’attesa che quel coro, con quel tono, arrivi e dica: “sleeeeeeeeeping”. Non è la Storia a commuovere, ma raccontare ciò che accade. I greci lo chiamavano stupore (taumazein), gli esteti sublime. La parola che userebbero i matematici è ancora più esplicita: sovrappiù. L’elemento costitutivo che eccede ogni struttura, ogni previsione. Per Alain Badiou esso è addirittura il valore proprio della verità, e lo chiama Evento. Qualcosa che sorprende, spiazza, sovrasta ma che nello stesso tempo è tremendamente sopportabile, anzi, meravigliosamente sopportabile.
And when the night comes I’m fiending like a pyro, and I know it stables my survival, when there’s music all around me and I haven’t got a single word to say
Scienze esatte
La previsione di un terremoto a Roma: il curioso caso nel quale le due opinioni in gioco hanno entrambe torto
There’s not much lost of the secret life; it’s never gone wrong and it’s never gone right […] Sweep my mess away; leave my body, leave my bones; Leave me holding, leave my soul; leave me nothing I don’t need at all. Nothing I don’t need at all
Berlusconi non è Superman
Berlusconi dimentica la grande lezione di Superman: un supereroe non rivela mai la sua identità.