Per ciò che concerne le idee di Lacan, penso che egli metta in atto un’immaginazione molto pertinente nella ricerca del significante e si disinteressi del significato. Ora, un discorso scientifico, in quanto branca del sapere, non può permetterselo senza risultare mutilo. Per questo, quando leggo i suoi testi, non posso fare a meno di pensare: parole, parole, parole. Nonostante io ami e ammiri Mallarmé
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Storie della filosofia

«Credevo di dover contrapporre la storia della filosofia, quale è scritta dai filosofi, alla storia di noi storici, che all’occasione trattiamo anche di idee, e rilevavo la nostra confusione di fronte a quel modo di dare alla luce concetti allo stato puro che, spesso, gli storici si limitano con benevolenza a descriverci, senza alcun riferimento alle condizione economiche, politiche o sociali delle varie epoche: concetti usciti, verrebbe di pensare, da intelligenze disincarnate, che vivono una vita del tutto irreale nella sfera delle idee pure».
Lucien Febvre, Pour une histoire à part entière, EHESS, Paris 1962, p. 844, cit. in Élisabeth Roudinesco, Jacques Lacan, profilo di una vita storia di un sistema di pensiero, Raffaello Cortina, Milano 1995, pp. 99-100.
Harpo

Le cose di cui si tratta qui […] sono le cose in quanto mute. E le cose mute non sono affatto la stessa cosa delle cose che non hanno alcun rapporto con le parole. Basta evocare la figura che chiunque di voi avrà presente, quella del terribile muto dei quattro Marx Brothers, Harpo. C’è forse qualcosa che possa porre una questione in un modo più presente, più pressante, più coinvolgente, più sconvolgente, più nauseante, più fatto per gettare nell’abisso e nel nulla tutto ciò che succede in sua presenza, di quella faccia segnata da un sorriso di cui non si sa se sia quello della più estrema perversità o della stupidità più completa, la faccia di Harpo Marx?
Jacques Lacan, Il seminario VIII, l’etica della psicoanalisi 1959-60, Einaudi Torino 2008, p. 65.
La macchina
Niente sensazioni. Non dica che la macchina è cattiva e che ci rovini l’esistenza. Non si tratta di questo. La macchina è unicamente la successione di piccoli 0 e dei piccoli 1, pertanto la questione se sia o non sia umana è evidentemente del tutto decisa: non lo è. Solo che si tratta di sapere se l’umano, nel senso in cui lo intende lei, sia più umano di tanto.
La rivolta femminile
La rivalità più esplicita tra uomini e donne è eterna, e nei rapporti coniugali si è stabilita in uno stile che le è proprio […]. Se leggete Tito Livio vedrete quanto chiasso fece a Roma un formidabile processo per avvelenamento, da cui risultò che in tutte le famiglie patrizie le mogli avvelenavano regolarmente i mariti: ne morivano a carrettate. La rivolta femminile non è una cosa iniziata ieri.
Scripta volant, verba manent
Verba volant, scripta manent. Avete mai riflettuto che una lettera è appunto una parola che vola? Volée, rubata, una lettera può esserlo, perché è un foglio che vola. Sono gli scripta che volant, mentre le parole, ahimè, restano.
Le parole e le cose

Pronunciate la parola «leone», scrive [Hegel] nella Filosofia dello spirito jenese, e avrete creato il leone ex nihilo, abolendone la realtà sensibile. Pronunciate la parola «cane», chiosa Kojève, e avrete ucciso il cane reale, che abbaia e agita la coda. Pronunciate la parola «gatto», continua Blanchot, ed ecco che «la morte parla». Pronunciate la parola «elefanti», conclude Lacan, ed ecco che una mandria di elefanti fa il suo ingresso, al gran completo, nella stanza […].
Mikkel Borch-Jacobsen, Lacan, il maestro assoluto, Einaudi, Torino 1999, pp. 232-233.
Rivoluzione

L’avvenire: possono pensarci. Hanno Ragione. Ci saranno rivoluzioni che saranno per loro più amare o crudeli di quella per cui temono di perdere la loro posizione sociale, il loro reddito e il resto. E’ sempre possibile sfuggire agli effetti finanziari e sociali di una rivoluzione sociale. E non vale la pena, Dio gliene scampi!, di attraversare il mare…basta dare assicurazioni, garanzie, insomma conoscere le buone maniere […]. No. Parlo di un’altra rivoluzione, quella che lei prepara senza che lo sappiamo, quella da cui nessun mare al mondo potrà proteggerli, né alcuna rispettabilità, che sia capitalista o socialista: quella che li priverà della sicurezza del loro Immaginario e darà loro un giorno la possibilità […] di liberare il loro desiderio di uomini, che non ha il nome, non il nome di uomo, e quindi certamente non il nome di desiderio […], rivoluzione che darà loro un giorno la possibilità di liberare il loro “desiderio” d‘“uomini” dall’Immaginario della condizione sociale, religiosa, morale, matrimoniale ecc.
Louis Althusser, corrispondenza con Jacques Lacan (lettera non spedita, Parigi, martedì 10 dicembre [1963] ore 18), in Sulla psicoanalisi, Freud e Lacan, Raffaello Cortina, Milano 1994, pp. 266-267.
