Come definire gli ultimi vent’anni del secolo, se non come la seconda Restaurazione? Constatiamo, in ogni caso, che questi anni sono ossessionati dal numero. Dato che una restaurazione altro non è se non il momento della Storia che dichiara impossibili e abominevoli le rivoluzioni, nonché naturale quanto eccellente la superiorità dei ricchi, è comprensibile che essa adori il numero, che è anzitutto numero degli scudi, dei dollari o degli euro […]. Ma, in senso più profondo, ogni restaurazione ha orrore del pensiero e non ama che le opinioni, in particolare l’opinione dominante, riassunta una volta per tutte nell’imperativo di Guizot: “Arricchitevi!”. Il reale, correlato obbligato del pensiero, viene (non senza buone ragioni) considerato dagli ideologi delle restaurazioni come qualcosa di sempre pronto a sfociare nell’iconoclastia politica, quindi nel Terrore. Una restaurazione è innanzitutto un’asserzione circa il reale, nel senso che è preferibile non averci nulla a che fare.
La restaurazione del XX secolo
Alain Badiou, Il secolo, p. 39, Feltrinelli, Milano 2006.