Lasciate fuori il calcio nei terribili episodi di violenza ultras. E’ una questione legata alla criminalità, all’ordine pubblico. Si tratta di pazzi fottuti che picchiano e sfasciano. I problemi sono due: animali bavosi da un lato e la volontà di farli entrare negli stadi dall’altro. Un dibattito che mette insieme le due cose confonde tutti e giova a chi ha interesse che ci sia questa indistinzione. Porta a dire “il calcio è violenza”, eppure io sono un tifoso e non mi pare di essere violento, quindi la visione del gioco del calcio non porta alla violenza. Si tratta di animali che trombano poco e picchiano tanto e seguono il calcio per affermare la propria identità (non a caso ultras è aggregazione, non passione per lo sport). Il fatto che siano tifosi non è la causa scatenante della loro follia ma la causa accidentale: se non è il tifo è la fame, se non è la fame è la frustrazione sociale e se non è la frustrazione è la noia. Qual è il fatto grave: che hanno accoltellato delle persone o l’hanno fatto in quanto ultras? Se fosse stato uno sguardo storto o uno spintone il risultato sarebbe stato identico. La questione è annosa: la violenza come moneta, il denaro come violenza, la paura come controllo e potere.