L’opinione non è libera di dire cazzate

Michele Serra parte da un giudizio obiettivo mettendo in mezzo un argomento vecchio come il mondo: che senso ha usare uno spazio di discussione per esprimere opinioni fuorvianti, banali e rancorose. C’è un fatto, che non è stato certo scoperto da Serra: i commenti alle notizie sono nella maggior parte dei casi come un pop-up durante la navigazione, distraggono soltanto, senza aggiungere niente all’argomento trattato nell’articolo. Giustificare questo status quo come libertà di espressione sarebbe come dire che ognuno è libero di usare uno strumento musicale per farci tutto tranne che suonare, così farebbe un Deschamps, ma i commenti a un articolo non hanno a che fare con l’arte. In altre parole si è liberi di dire ciò che si vuole a patto che si abbia qualcosa da dire. Infine se si liquida il tutto con un “basta ignorarli” si ribadisce la loro inutilità, e il problema resta. I commenti online sono fondamentali solo quando vengono usati allo scopo di dire qualcosa di interessante, per tutto il resto c’è il bar sotto casa o una conversazione sul tempo con il compagno occasionale d’autobus.

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