Domenico Scandella detto Menocchio

Bruno-4

Sull’uso del latino nei tribunali:

«Io ho questa opinione, che il parlar latin sia un tradimento de’ poveri, perché nelle litte li pover’homini non sano quello si dice et sono strussiati, et se vogliono dir quatro parole bisogna haver un avocato»

Sulla libertà confessionale:

«La maestà de Dio ha dato il Spirito santo a tutti: a christiani, a heretici, a Turchi, a Giudei, et li ha tutti cari, et tutti si salvano a uno modo»

Sulle leggi e i comandamenti:

«Mercantie»

Sul battesimo:

«Credo che subito nati siamo batteggiati, perché Iddio ci bateza che ha benedetto ogni cosa; et quel battezar è un’inventione, et li preti comenzano a magnar le anime avanti che si nasca, et le magnano continuamente sino doppo la morte»

Sulla cresima:

«Credo sia una mercantia, invention delli homini, quali tutti hanno il Spirito santo, et cercan di saper et non sano niente»

Sul matrimonio:

«Non l’ha fatto Iddio, ma l’hanno fatto li homini: prima l’homo et la donna si davan la fede, et questo bastava; et doppo son venute queste invention dalli homini»

Sugli ordini:

«Credo che il spirito de Dio sia in tutti, … et credo che ognuno che havesse studiato potesse esser sacerdote, senza esser sacrato, perché sono tutte mercantie»

Sull’estrema unzione:

«Credo che sia niente et non vaglia niente, perché si onge il corpo et il spirito non si può ongere»

Sulla confessione:

«Andare a confessar da preti et frati tanto è che andar da un arboro. Se quel arboro sapesse dar la cognitione della penitentia, tanto basterebbe; et se vanno alcuni homini da sacerdoti per non sapper la penitentia che se ha da far per li peccati, accioché ghe la insegnio, che se la sapessero non bisognerebbe andare, et quelli i quali la sano non accade che vadino»

Sui santi:

«Io credo che li santi siano stati homini da bene, et fatte bone opere, et per questo il Signor Iddio li ha fatti santi et credo che pregano per noi. Quanto alle loro reliquie, come sarebbe un brazzo, corpo, testa, mano o gamba, credo che siano come li nostri quando sono morti, et non si debbano adorar né riverire…non si debbe adorar le loro imagini, ma solamente il solo Iddio che ha fatto il cielo et la terra; non vedere che Abram buttò per terra tutti li idoli et tutte le imagini, et adorò il solo Iddio?»

Su Gesù:

«Ha giovato…a noi christiani, in quanto ne è stato specchio che sì come lui è stato paciente a patir per amor nostro, che noi moremo et patemo per amor suo, et non ci facciamo maraveglia se noi moriamo perché Dio ha voluto che morì il fiol suo»

Ma Cristo era soltanto un uomo, e tutti gli uomini sono figli di Dio,

«di quella istessa natura che fu quel che fu crucifisso»

Così, sul Cristo redentore:

«Se uno ha peccati, bisogna che lui faccia la penitentia»

Sulla transustanzazione:

«Non vedo lì altro che un pezzo di pasta, come puol star che sia questo Domenedio? et che cosa è questo Domenedio? altro che terra, aqua et aere. Io ho detto che quella hostia è un pezzo de pasta, ma che il Spirito santo vien dal cielo in essa, et così veramente credo»

Sullo Spirito santo:

«Credo che sia Iddio»

L’Inquisizione: quante sono le persone della Trinità?

«Il Padre, Figliolo et Spirito santo»

I: in quale di queste tre persone credete che si converta quell’hostia?

«Nel Spirito santo»

I: che persona precise della santissima Trinità crede che sia in quell’hostia?

«Credo che sia il Spirito santo»

I: quando che dal vostro pievano son stati fatti sermoni del santissimo sacramento, che cosa ha detto che sia in quella santissima hostia?

«Ha detto che è il corpo de Christo, nondimeno io credeva che fusse il Spirito santo, et questo perché credo che il Spirito santo sia maggior de Christo che era homo, et il Spirito santo è venuto dalla man de Dio. Mi piace il sacramento che quando uno è confessà si va a communicar, et si piglia il Spirito santo, et il spirito sta allegro…; quanto al sacramento dell’eucarestia, è una cosa di governar li homini, cavata da homini per Spirito santo; et il dir la messa è trovata dal Spirito santo, et così l’adorar l’hostia, per far che li homini non sian come le bestie»

Domenico Scandella, detto Menocchio, contadino friulano, interrogato dall’Inquisizione il 28 aprile 1584. In Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, Einaudi, Torino 2009, pp. 1-15.