
Warren Richardson, “Hope for a new life”, Röszke, Ungheria, 28 agosto 2015, World Press Photo of the Year 2015
Lei ragiona come se in politica esistessero delle buone intenzioni, nella misura in cui tale politica è «democratica» nell’accezione da lei difesa. Forse le sembrerò troppo cupo e pessimista, eppure no, non credo che dovremmo comportarci come se nella politica «democratica» esistessero delle buone intenzioni. In realtà ci sono solo affari e interessi e c’è anche, presso una larga fascia dell’opinione pubblica, insieme al rifiuto di ogni idea generale di emancipazione, un consenso timoroso e vigliacco che mira a preservare in maniera indefinita i privilegi occidentali. Di qui anche le vergognose strizzatine d’occhio, sempre più evidenti, al razzialismo culturale e all’idea della superiorità dell’Occidente e, più in generale, la paura dello straniero, del migrante che arriva e mangia a sbafo alla nostra tavola. I politici delle «democrazie» asservite al capitale passano il loro tempo a «giustificare» queste derive chiamando in causa la «difficoltà della situazione». Per ritrovare un po’ di dignità e di buon senso è necessario rompere in maniera radicale con l’idea che il nostro sistema politico possa essere mosso da buone intenzioni.
Alain Badiou in conversazione con Marcel Gauchet, Micromega, 1/2016, pos. 1610 (Kindle), Fine o prosecuzione della logica imperiale?