All’indomani dell’attentato di Charlie Hebdo ci stiamo tutti domandando cosa sia successo e perché gli attentatori, come sempre già conosciuti dai servizi segreti, non siano stati fermati in tempo. Vorrei dare tre consigli di metodo di analisi dei fatti a tutti quelli che non riescono a non pensare che sia tutto, in qualche modo, orchestrato e voluto (da chi?) come un film.
1. Esistono le fonti primarie (documenti scritti e testimonianze orali) e le fonti secondarie (web, tv, giornali).
2. Se vuoi spiegarmi come sono andate veramente le cose, non puoi smentirmi le fonti secondarie utilizzando fonti secondarie, dimostrandomi l’inattendibilità dei fatti da fonti di cui tu stesso diffidi (per esempio riferendoti a un documentario, un articolo, un editoriale per dirmi come i governi, che parlano ai giornali, dicono cazzate).
3. Sul metodo, infine. Piuttosto che seguire la scuola del “è tutto preparato” – quella che vuole il laissez faire per i terroristi, la scuola che nasconde una spaventosa etica de-responsabilizzante nella quale i controllori sono talmente sopravvalutati da somigliare a Dio – preferisco quella della “dittatura dell’incompetenza” sulla base della quale vengono orchestrate le forme di controllo. Se c’è una forma di controllo, non ti credere che sia infallibile. Allo stesso modo, se c’è un attentatore, non ti credere che sia Silvester Stallone. È una dittatura dell’incompetenza nella quale figurano buoni e cattivi.
La serietà di quello che dici viene dai contatti che hai, dall’essere direttamente coinvolto in quello che racconti. È vero che ci raccontano un sacco di balle, i nostri genitori ci hanno mentito per anni su Babbo Natale quindi figurati cosa può raccontarci il mondo. Ma non bisogna dimenticare che la verità non è trascendente: per sapere le cose come stanno ci vuole veramente poco, solo che questo poco richiede un lungo lavoro. Edward Snowden non ha rivelato la Volontà vogliosa di un gruppo politico-economico che spia il nostro account Facebook, ma lo strumento dei metadati nelle mani sbagliate. E Snowden era un impiegato medio della NSA che ha inviato un’email al Guardian che se ci pensava cinque minuti di più non gliela inviava proprio. Bisogna andare alla fonte primaria, alla sorgente, dove sgorga viva la fattualità delle cose. Bisogna annoiarsi e perdere un sacco di tempo sui documenti e le testimonianze. Ma soprattutto, più di tutto, non dimenticare mai che i cattivi non sono più intelligenti dei buoni ma stupidi altrettanto.