Il Manifesto ideologico del cibo spazzatura di Francesco Costa pecca di un errore grossolano. Il paragone non si fa tra un McPanino e un piatto di pasta. Che razza di confronto è? Il vero paragone sta tra un McPanino e un hamburger alla piastra di una rosticceria. L’occasione per realizzare un articolo provocatorio partendo da uno spunto interessante, quasi tutti adorano mangiare schifezze, si perde in una serie di banalità e imprecisioni. Prima fra tutte quella di lasciar intendere che le multinazionali abbiano inventato il cibo spazzatura. In realtà l’hanno soltanto massificato, creando un sistema molto economico per aprire migliaia di negozi in franchising. Tutto qui. Inoltre quando Costa afferma quanto è buono il McPanino dice una grande sciocchezza, sarà che non è mai entrato da Burger Hamm a Boxhagener Platz, da Berliner Burger a Seumerstrasse, entrambi a Berlino; da American Graffiti a Napoli o in qualunque altra decente paninoteca di qualunque città d’Europa. E il prezzo, incredibile ma vero, nella maggior parte dei casi è addirittura inferiore a qualunque McMenu. E poi, che “i fast food possono permettersi standard igienici e controlli rigorosi a livelli inarrivabili per qualsiasi trattoria” fa sbellicare: ci vogliono milioni di dollari per mantenere una cucina a norma? Insomma, l’idea di un manifesto pro junk food è divertente, ma così, con queste banalità, facendo credere che McDonald sia artefice e massimo esponente di un modo di mangiare raccontato fin dai tempi di Lucilio, è soltanto (pessimo) gusto.