Gli ultimi anni in fatto di arte pop sono un ritorno al passato. La musica guarda agli anni ‘80, la moda e le arti visive ai ‘70 e ai ‘30. Denunciare questa “nostalgia” come il sintomo di una mancanza di originalità, di pigrizia creativa, significa peccare di ignoranza. Il sintomo della mancanza del “nuovo” è molto ricorrente nella storia. Ma è soltanto una sensazione, come quando ci si rammarica della saggezza perduta delle vecchie generazioni. Il nuovo non appartiene all’arte, ma agli eventi, quelli che accadono all’improvviso, prorompono, sconvolgono e fanno la Storia. Qui siamo di fronte all’arte, che prorompe con la sua potenza quando rappresenta la verità di un evento, quindi in sé non è mai “nuova”.
Di ritorni al passato la storia è piena. Due su tutti, il neoclassicismo e il romanticismo. Il revival anni ‘80 nella musica e l’ispirazione liberty nelle arti visive contemporanee piuttosto che la testimonianza di una mancanza di ispirazione sono nient’altro che la semplice elevazione di questi stili a dei classici.