Rivolti gli occhi al mio inguine, vi accostò una mano ufficiosa, dicendo “salve!”
Ad inguina mea luminibus deflexis movit officiosam manum et “salve” inquit
Petronio, Satyricon, 105, 9.
Rivolti gli occhi al mio inguine, vi accostò una mano ufficiosa, dicendo “salve!”
Ad inguina mea luminibus deflexis movit officiosam manum et “salve” inquit
Petronio, Satyricon, 105, 9.

Delle azioni, alcune sono rette, altre sono errate, altre non sono né una cosa né l’altra. Sono azioni rette le seguenti: aver senno, essere saggi, agire giustamente, gioire, beneficiare, vivere prudentemente. Sono azioni errate: agire dissennatamente, essere intemperanti, agire ingiustamente, essere tristi, rubare e, in generale, fare cose contrarie alla retta ragione. Né rette né cattive sono: parlare, fare domande, rispondere, passeggiare, emigrare e simili
Stobeo, 2, 96, 18 = Johannes von Arnim, Stoicorum veterum fragmenta, in aedibus Teubneri, Lipsiae 1903-38, vol. II, p.501. Citato in Giorgio Agamben, Opus Dei, Bollati Boringhieri, Torino 2012, p. 83.