La Germania ha paura

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È davvero una coincidenza che abbia scoperto questa poesia del poeta e docente di letteratura Franco Buffoni il giorno dopo che la Germania ha ottenuto la qualificazione alla finale dei Mondiali. O forse non c’è alcuna coincidenza. 
In ogni caso, la posto perché riassume, come solo una poesia può fare, un secolo breve di storia appena passata che ritorna incessantemente. Perché ritorna se è passata? Perché è ancora irrisolta. Sto parlando del nazionalsocialismo tedesco e delle politiche totalitarie succedutesi in Europa tra il 1922 (anno della nascita dell’Italia Fascista e dell’Unione Sovietica) e il 1975 (fine dell’ultima dittatura, quella di Franco in Spagna). 
La pedagogia storica semplifica questo periodo storico all’orrore indicibile dell’Olocausto. Così la (breve) storia degli imperi europei del XX secolo è diventata un fantasma, un morto vivente che ritorna incessantemente. Che cos’è un morto vivente? È una cosa che non sa di essere morta, che dovrebbe essere morta ma che ancora non lo è. Come Dio che, quando muore, se non si è fatto i conti con se stessi, si incarna in una potenza ancora più devastante dell’onnipotenza divina.
Cos’è la riduzione della politica nazionalsocialista tedesca all’Olocausto senza una riflessione sulla sua politica, che tanto diversa dalla logica politica attuale – quella fatta di eccezioni, decreti e profitto – non è? È questo il morto vivente della storia che ancora ci terrorizza nonostante sia passato tanto tempo e tante commemorazioni: quella storia tanto passata, tanto lontana in realtà non lo è affatto.

Braaaaaaaaaains.

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Ecco la poesia di Buffoni, una conversazione tra la Germania (testo corsivo) e il resto dell’Europa:

Siamo tra la crisi del ventinove
E la nomina di Hitler alla Cancelleria,
Siamo qui nell’interim
A cavalcare
Nel timore di farci scavalcare…

Da Atene Roma Madrid e Lisbona?

No, da Berlino Nord Sud Est e Ovest.

Ma non volevate dominare il mondo?
E adesso che l’Europa l’avete conquistata…

Cercate di capire, il primo e il secondo
Dei nostri recenti tentativi
Non sono stati propriamente sbagliati:
Li abbiamo solo messi in atto
Con mezzi sbagliati.

E adesso
Che i mezzi sono quelli che funzionano,
Adesso che ci avete conquistati
Non ci volete più,
Non la volete più l’Europa?

Adesso abbiamo paura. Angst, nur Angst…

Dunque, fateci capire: l’Europa la volete
Ma non fisicamente…
Ne desiderate solo l’anima,
Il resto dobbiamo tenercelo
Nutrendolo come possiamo…

Ach so…

(source)

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Nella foto, una scena del film Zombie (Dawn of the Dead), di George A. Romero.