Lupi mannari

Nabucodonosor si trasforma in bestia, incisione su una Bibbia del XVIII secolo

Nabucodonosor si trasforma in bestia, incisione su una Bibbia del XVIII secolo

A Jürgensburg, in Livonia, nel 1692, un vecchio di ottant’anni di nome Thiess, che i compaesani consideravano un idolatra, confessò ai giudici che l’interrogavano di essere un lupo mannaro. Tre volte all’anno, disse, nelle notti di santa Lucia prima di Natale, di san Giovanni e della Pentecoste, i lupi mannari della Livonia vanno nell’inferno, «alla fine del mare» (più tardi si corresse: «sottoterra») per battersi contro il diavolo e gli stregoni. Anche le donne combattono contro i lupi mannari: non però le ragazze. I lupi mannari tedeschi si recano in un inferno separato. Simili a cani (sono i cani di Dio, disse Thiess) i lupi mannari inseguono, armati di fruste di ferro, il diavolo e gli stregoni, armati di manici di scopa avvolti in code di cavallo. Anni prima, spiegò Thiess, uno stregone (un contadino di nome Skeistan, ora morto) gli aveva rotto il naso. La posta delle battaglie era la fertilità dei campi: gli stregoni rubano i germogli del grano, e se non si riesce a strapparglieli viene la carestia. Quell’anno però sia i lupi mannari livoni sia quelli russi avevano vinto. Il raccolto di orzo e di segale sarebbe stato abbondante. Ci sarebbe stato anche pesce per tutti.

Carlo Ginzburg, Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Einaudi, Torino 2008, p. 130.

(Immagine via)

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