Il 15 gennaio il «Corriere della Sera» è uscito con un inserto, Je Suis Charlie, matite in difesa della libertà di stampa, che raccoglie 151 vignette di 141 autori che, all’indomani dell’attentato a Charlie Hebdo del 7 gennaio, hanno reso omaggio alla redazione del giornale satirico (la lista, in ordine di apparizione, di tutti gli autori la trovate alla fine del pezzo).
È successo il putiferio. Il «Corriere» non ha chiesto l’autorizzazione alla pubblicazione praticamente a nessuno. Si è giustificato – in un post-scriptum dopo le lettere al veleno di Giacomo Bevilacqua, alias A Panda Piace, e di Roberto Recchioni – che se avesse telefonato a tutti sarebbe uscito fuori tempo massimo: «Aspettare di avere l’assenso formale di tutti gli autori, a nostro giudizio, avrebbe rallentato in maniera sensibile l’operazione» si legge nel ps del «Corriere».
Il libricino è valido, raccoglie contributi solidali di grandi e piccoli vignettisti che, alcuni con ingenuità altri con sensibilità, hanno voluto ricordare la morte di altri vignettisti. Alcune immagini sono in bassa risoluzione, addirittura una non ha l’indicazione dell’autore, evidentemente non sono riusciti a risalire al nome (è una copertina di un vecchio numero di Charlie Hebdo). Manca un indice degli autori e in terza pagina c’è una furbizia: “L’editore dichiara la propria disponibilità verso gli aventi diritto che non fosse riuscito a reperire”. Praticamente tutti. Il libro costa 4,90 euro e, a detta del «Corriere», il ricavato «sarà devoluto interamente a favore delle vittime della strage e del giornale Charlie Hebdo», precisazione arrivata guarda caso nel post-scriptum post-polemiche. Ma non mi dire che non farai una trattenutina sulle tasse poi.
Per il libro #CharlieHebdo i ricavi vanno a #CharlieHebdo, il @corriereit non guadagna, i diritti agli autori sono riconosciuti(pag.4)
— Ferruccio de Bortoli (@DeBortoliF) 15 Gennaio 2015
È insomma un prodotto raffazzonato, uno dei tanti che andrà a ingrossare le file di commemorazioni commerciali che nei prossimi mesi faranno fare un po’ di cassa a tanti editori. «Il Mattino» di Napoli, per esempio, oggi è uscito con un libricino tascabile su Pino Daniele che già alle 9 del mattino non si trovava più.
Ma all’iniziativa del quotidiano di Milano, bella ma scorretta, si è aggiunta però una reazione scomposta di un paio di vignettisti. «Magari non amo essere scopato a mia insaputa. Almeno mandami dei fiori» ironizza Recchioni nella lettera da cui è partita la segnalazione del “furto”. A un certo punto però si contraddice. In uno stile scanzonato prima afferma che «magari io non ho piacere di collaborare con il tuo gruppo editoriale [Rcs]», per poi concludere che non ha nulla «contro l’iniziativa del Corriere». Insomma, se ti avessero telefonato avresti dato il tuo assenso oppure no? Così non si capisce e sarebbe stata una chiarificazione fondamentale.
Perché la protesta dei vignettisti è doverosa, ma soltanto in nome della trasparenza: caro Corriere che hai inserito un allegato a 4,90 euro i cui ricavi andranno in beneficenza, per piacere indicami i ricavi finali (i dati devono essere quelli dei distributori, incluse le rese) e il percorso che faranno questi soldi fino a Parigi. Ma Bevilacqua parla di furto, di vignette rubate, eppure non erano disegni commemorativi consegnati al mondo contro il terrorismo? Allora c’è qualcosa di più della lamentela per non essere stati avvisati, c’è la frustrazione di artisti non riconosciuti che nutrono rancore verso un quotidiano in cui, e vale un po’ per tutti i quotidiani, si riconoscono in pochi. Ditelo.
Ma il diritto d’autore qui c’entra molto poco, e più i vignettisti insistono su questo tasto più rischiano di passare per degli ipocriti, ed è un peccato perché sono quelli che in questa storia sono dalla parte della ragione. I motivi di questo scivolone sono due. Il primo è che si tratta di vignette commemorative che celebrano, in nome della libertà di espressione, un evento tragico. Quindi sono, necessariamente, per loro natura, libere da diritto d’autore. Disegnare in nome della libertà di espressione vincolando il tuo prodotto al diritto di esercitare il consenso alla pubblicazione, o peggio di richiedere compensi, è una contraddizione in termini. O quello che fai è libero (di essere pubblicato), lo consegni al mondo con tutti i rischi (di essere pubblicato a tua insaputa per esempio) o non lo è. Il secondo motivo è che sono immagini che hanno roteato vorticosamente sul web, un luogo in chiaroscuro dove il diritto d’autore si applica in modo molto diverso dalla carta e dal video. Anzi, in realtà non si applica proprio, se non in minima parte. Quindi quale diritto si rivendica, quello del tradizionale diritto d’autore che in rete semplicemente non esiste, o quello del web che ancora nessuno ha capito come funziona?
Che i vignettisti traditi facciano da oggi i cani da guardia sul Corriere e sorveglino il percorso che faranno i soldi da Milano a Parigi. Che alcuni ringrazino per il posto di onore che hanno ottenuto come vignettisti impegnati politicamente, quando fino a ieri facevano video demenziali. Continuate a difendere la libertà di espressione e l’onestà intellettuale. E lasciate stare il diritto d’autore.
In ordine di apparizione, tutti gli autori di Je Suis Charlie, matite in difesa della libertà di stampa:
1. Luz
2. Philippe Honoré
3. Cabu
4. Senza autore
5. Charb
6. Charb
(Fin qui le vignette realizzate prima dell’attentato a Charlie Hebdo, a seguire quelle realizzate dopo)
7. Satish Acharya
8. Christian Adams
9. Khalid Albaih
10. Don Alemanno
11. Giovanni Angeli
12. Arnald
13. Bobo Artefatti
14. Alessio Atrei
15. Paolo Bacilieri
16. Florence Bamberger
17. Neelabh Banerjee
18. Paolo Barbieri
19. Giovanni Beduschi
20. Nate Beeler
21. Chedly Belkhamsa
22. Steve Benson
23. Joep Bertrams
24. Giacomo Bevilacqua
25. Stéphane Blanquet
26. Serge Bloch
27. Didier Boisson
28. Boulet
29. Bruno Bourgeois
30. Bruno Bozzetto
31. Marco Careddu
32. Paolo Castaldi
33. Chappatte
34. Lucille Clere
35. Conc
36. Conc
37. Conc
38. Alberto Corradi
39. Gianluca Costantini
40. Chiara Dattola
41. Hajo de Reijger
42. Dario De Simone
43. Frédéric Deligne
44. Guy Delisle
45. Tommy Dessine
46. Lorenza Di Sepio
47. Ali Dilem
48. Jean Duverdier
49. El Jueves
50. Bernardo Erlich
51. Arcadio Esquivel
52. Fifo
53. Manuele Fior
54. Dario Fo
55. Sarah Fouquet
56. Fran
57. Fred
58. Checco Frongia
59. Marco Fusi
60. Garnotte
61. Philippe Geluck
62. Etienne Gendrin
63. Sergio Gerasi
64. Beppe Giacobbe
65. Emilio Giannelli
66. Emilio Giannelli
67. Vittorio Giardino
68. Gipi
69. Alessia Glaviano
70. Xavier Gorce
71. Ignant
72. Ixène
73. Jean Jullien
74. Gwen Keraval
75. Gérald Lacipière
76. Carlos Latuff
77. Giulio Laurenzi
78. Lectrr
79. Louison
80. MacLeod
81. Fabio Magnasciutti
82. Maicol&Mirco
83. Malaimagen
84. Rémi Malingrëy
85. Milo Manara
86. Riccardo Mannelli
87. Loenzo Mattotti
88. Maumont
89. Stefano Misesti
90. Sébastien Mourrain
91. Catel Muller
92. Na!
93. Shreyas Navare
94. Jerome Nicolas
95. Grazia Nidasio
96. Nono
97. Francisco Javier Olea
98. Ruben L. Oppenheimer
99. Ruben L. Hoppenheimer
100. Ornikkar
101. Leo Ortolani
102. Lorenzo Palloni
103. Giuseppe Palumbo
104. Plantu
105. David Pope
106. Portos
107. Paride Puglia
108. Roberto Recchioni
109. Tiziano Riverso
110. Gilles Rochier
111. Umberto Romaniello
112. Guido Rosa
113. Tjeerd Royaards
114. Alberto Ruggieri
115. Joe Sacco
116. Giulia Sagramola
117. Miguel Villalba Sánchez
118. Loïc Sécheresse
119. Loïc Sécheresse
120. Sylvie Serprix
121. Joann Sfar
122. Silver
123. Sio
124. Fabio Sironi
125. Angelo Siviglia
126. Fred Sochard
127. Doriano Solinas
128. Doriano Solinas
129. Doriano Solinas
130. Soulcié
131. Sergio Staino
132. Stephff
133. Ann Telnaes
134. Davide Toffolo
135. Tom Toles
136. Rob Tornoe
137. Albert Uderzo
138. Tomi Ungerer
139. Vadelfio
140. Gary Varvel
141. Vauro
142. Vauro
143. Stien Verbelen
144. Martin Vidberg
145. Vanna Vinci
146. Vincino
147. Vincino
148. Marco Vuchich
149. Yoda
150. Zep
151. Silvia Ziche