Grazie mamma e papà

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Lo sapevate che i genitori di Sorrentino, quando il regista napoletano aveva 17 anni, hanno fatto il botto con una bombola a gas nella loro casa di montagna?
Che poi il regista napoletano si è iscritto a Economia e Commercio, nella prospettiva magari di ereditare la carriera di papà, impiegato di banca? Che poi a 25 anni di cui due fuoricorso lascia tutto e prova a fare il regista (a 28 scrive L’uomo in più)?
Ma la cosa straordinaria non è tanto questa parabola melodrammatica dell’artista che fa della sua tragedia il motore e l’energia del suo talento. Probabilmente non è così per Sorrentino, non posso saperlo, non lo conosco. Il trauma, insegna Freud, è il modo in cui digerisci quello che ti capita. Non è quando capita che il trauma è un trauma. Quando capita, il trauma non è un trauma, e solo una cosa che capita. E’ solo quando in seguito dovrai dargli inesorabilmente una spiegazione che la cosa potrebbe traumatizzarti.
Magari Sorrentino non se l’è mai data la spiegazione. O forse, al contrario, proprio sì. Chissà, comunque sia non ha importanza.
La cosa straordinaria è un’altra.
A chi dedica il premio? Ai genitori! Che se non era per la loro morte non sarebbe mai diventato regista. Forse uno scrittore, forse un impiegato di banca, chissà, ma in ogni caso la sua vita, con i genitori in vita, sarebbe stata molto diversa.
Daniela D’Antonio, giornalista e moglie di Sorrentino, ha detto che La grande bellezza parla del rimpianto e della morte.

This is for my parents Sasà and Tina.

Grazie a te Paolo.

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