«C’è un’immagine che condensa tutta la sensibilità postmoderna di questo autore [David Lynch]. Penso alla scena iniziale di Blue Velvet quando, dopo l’attacco di cuore del padre, la camera da presa si avvicina al protagonista e poi guarda a terra, tra l’erba, da dove arrivano strani, ripugnanti rumori di vita. L’erba brulica di disgustosi vermi e di insetti vari. La realtà è qualcosa dalla quale bisogna mantenere una certa distanza, se ti avvicini troppo vedi questa specie di vita mortale, che è disgustosa. Dettagli come questi mi attraggono. Per relazionarti alla realtà hai bisogno di uno schermo che possa rendertela sopportabile. Se ti avvicini troppo, la realtà esplode. E per questo motivo sono diventato cine-dipendente».
Slavoj Žižek intervistato da Elisabetta D’Erme il 3 settembre del 1998 per Il Manifesto.