«Considerando il corpo del sole, esso avrà una certa terra (per così dire) più centrale, e alla circonferenza una certa luminosità; diciamo così, ignea, e nel mezzo una nube acquea ed un’aria più chiara, allo stesso modo che questa terra ha i suoi elementi. Ragion per cui, se qualcuno fosse al di là della zona ignea, la nostra terra gli apparirebbe, in grazia del fuoco nella regione della circonferenza, come una stella luminosa, allo stesso modo in cui a noi, che siamo fuori della circonferenza della regione del sole, questo appare splendidissimo […].
E’ dunque la terra una stella nobile: la quale ha luce, calore ed influsso, altri e diversi da tutte le altre stelle, così come ogni stella differisce da ogni altra per luce, natura ed influsso. E, come ogni stella comunica non intenzionalmente luce ed influsso ad un’altra, poiché tutte si muovono e brillano soltanto per essere nel modo migliore e la partecipazione ne è una conseguenza, così la luce brilla per sua natura, e non perché io la veda, ma la partecipazione avviene per conseguenza, mentre utilizzo la luce per vedere».
Nicola Cusano, De docta ignorantia, II, XII, p. 104, in Alexandre Koyré, Dal mondo chiuso all’universo infinito, Feltrinelli, Milano 1984, p. 23-24.