I feeds di facebook su Sanremo che parecchi miei contatti hanno lanciato in questi ultimi quattro giorni rispecchiano l’opinione (pubblica) che ha sempre contraddistinto il festival da quando sono nato: disprezzo e voyeurismo, snobismo e compiacimento. Un’ambiguità che mostra come l’inconscio collettivo italiano sia convinto, dopo così tanti anni, che Sanremo “rappresenti” ancora l’Italia. L’errore più grande non è quello di credere che un’avanspettacolo di musica pop dalla bassa qualità possa contenere qualcosa che possa definirsi italiano, ma quello di continuare a credere ancora che una cultura nazionale si possa esprimere attraverso la televisione.