Il molo San Vincenzo di Napoli è una banchina lunga 1.570 metri (2,5 chilometri incluso il prolungamento) che corre parallela alla Stazione Marittima. Voluto dai Borboni nella prima metà del XVIII secolo, fu costruito durante un importante fase di espansione dello scalo partenopeo che rese la città, insieme a Londra e Parigi, la prima delle capitali europee. Nasce come molo di difesa, ed è infatti una delle strutture che si allontanano di più dalla costa. Luogo simbolo delle potenzialità turistiche e commerciali di uno scalo ma anche simbolo di un difficile demanio. La struttura è infatti gestita dalla Marina Militare e dall’Autorità portuale. La prima occupa le “palazzine rosse” (gli edifici all’ingresso) e la parte di molo che va dal bacino di raddobbo alla radice, l’Authority gestisce il grosso della banchina, inclusa la darsena Acton, la zona da cui parte il molo. I progetti per il San Vincenzo sono fermi al 1998, quando uno studio di fattibilità, voluto dall’allora presidente degli agenti marittimi Umberto Masucci, sbloccò 20 miliardi di lire spesi per la ristrutturazione del molo. Poi niente più. Il San Vincenzo é rimasto così, con frangiflutti funzionanti e attracchi pronti. Inutilizzato.
Il 4 dicembre il Propeller Club di Napoli ha organizzato una “maratonina” su questa banchina. Per l’occasione portonopeo ha realizzato questa clip a metà tra un servizio giornalistico e un video “promozionale” per il San Vincenzo.